Molte opere di grandi maestri del ‘900 diversificate temporalmente e nelle diverse correnti artistiche mi attraggono e in un certo qual senso mi affascinano a dare vita all’opera multivaria, che apre una nuova dimensione nell’espressione artistica. Voglio illustrare alcune opere di grandi maestri vicine, ma nell’immediato lontane, al mio lavoro artistico intrapreso.

Figura 1

Nei Giocatori di carte – Fig.1 – (1890-95) di Cézanne mi colpisce la plasticità unica della rappresentazione delle due figure, le dimensioni dei corpi sono alterate e i piani delle superfici impattano fortemente con lo spazio della composizione con una energia inedita. Non c’è uno studio psicologico nella rappresentazione dei due personaggi, ma solo una ricerca simmetrica e statica delle figure che spingono a far vedere la loro struttura geometrica, facendo allontanare l’importanza del soggetto per valorizzarne il metodo.

Figura 2

Nella “Natura morta su un piano Fig.2 (1911)”, Picasso crea un inviluppamento di punti di vista multipli, la realtà diventa analitica e scomposta aperta alla visione, la realtà si presenta fisicamente sul supporto.

Figura 3

In “Materia Fig.3 (1912)”, mi colpisce che Boccioni riesce a donare la sintesi del doppio aspetto spaziale e temporale, le mani intrecciate si muovono fuori dal piano dell’opera, raffigurando l’oggetto ne coglie il suo flusso energetico percependo tutta la realtà in cui ne è coinvolto.

Figura 4

Anton Giulio Bragaglia nel 1911 pubblica “Fotodinamismo futurista Fig.4” inizia una specifica ricerca fotografica immortalando gesti, torsioni, passi del corpo o della testa registrando il movimento dinamico.

Figura 5

Con “La marchesa Casati con gli occhi di mica e il cuore di legno Fig.5 (1918)”, Giacomo Balla realizzò il primo complesso plastico dinamico per superare la limitatezza del piano della tela per riprodurre la profondità del volume dinamico.

Figura 6

Il tradimento delle immagini Fig.6 (1928)”, René Magritte riesce in questa opera a confondere l’osservatore dove l’immagine non corrisponde con l’oggetto ma ne ricrea solo l’illusione, sembra che la pittura non ha niente a che fare con la realtà ma con il pensiero.

Figura 7

Con “Monogram Fig.7 (1955-1959)”, Robert Rauschenberg mostra una trasformazione della visione artistica tradizionale, realizzando un quadro tridimensionale posto su un piano orizzontale, la tela viene trasferita dal piano verticale a quello orizzontale, opera che diventa corpo vivente in cui si riflette la vita.

Figura 8

One and three chairs Fig.8 (1965)”, Joseph Kosuth rappresenta tre sedie piuttosto che una, include il concetto di diffidenza in qualsiasi conformazione singola di raffigurazione, nessuno dei tre aspetti esprimono il concetto di sedia. Riflettendo alla sedia, istantaneamente se ne conosce insieme l’entità, la parvenza e anche l’ambito linguistico in cui si innesta la sua definizione.

Figura 9

One handred live and die Fig.9 (1984)”, Bruce Nauman studia l’ambito del linguaggio e dell’emotività, sostantivi e verbi che descrivono azioni quotidiane, concetti comuni. L’opera si fonda dei stati emotivi che si contrappongono a situazioni quali la vita e la morte, ogni affermazione è posta in correlazione negativa con l’affermazione del pannello seguente componendo una dicotomia negativo/positivo che pare cancellare il significato stesso del messaggio. Le frasi si illuminano di volta in volta e proprio questa intermittenza stimola una reazione di divertimento percettivo, ma anche di disagio in quanto rappresentano imperativi della nostra vita.

Figura 10

7000 Eichen Fig.10 (1982)”, Joseph Beuys opera con lo scopo di espandere il concetto di arte a ogni aspetto della vita, spronando l’artista ad aprire la sua coscienza critica verso la società. 7000 querce è un opera piena di contenuto, rilevanza e riferimenti che si fonda sull’idea di trasformazione legata al tempo, rappresentato metaforicamente attraverso la crescita delle querce, durante la quale la conformazione dell’albero è soggetto a mutamenti del colore, forme, e direzione. Identicamente lo spazio, in maniera progressiva, viene trasformato dalla crescita delle querce che si espandono nell’ambiente secondo un ordine non codificabile.