È un’opera random, la scelta del colore dei poligoni in parte viene lasciata al caso (poetica del caso), avviene con schemi di campionamento casuale semplice con ripetizione (colore da inserire) e senza ripetizione (sezione da colorare). Una volta individuata una scala cromatica, ad ogni sezione estroflessa che conterrà il poligono colorato, assegno un numero alfanumerico progressivo, che poi estraggo in maniera casuale senza ripetizione. Succesivamente estraggo il colore, questa volta con ripetizione. Così in maniera casuale vado ad identificare la sezione da colorare con il colore estratto. Svolgo questo procedimento per una copertura dell’opera circa del 30, 35%. L’opera così coglie il caso ( l’imponterabile ). Successivamente vado a completare le sezioni rimanenti andando ad accostare i colori in maniera soggettiva. Entrano in gioco i miei poligoni colorati. In quest’opera i poligoni colorati saranno al di sopra della struttura estroflessa, indagine fisica oltre la quarta dimensione. Invece, i poligoni di colore bianco, essi rappresentano i colori (ulteriori dimensioni) che non considero nella scelta iniziale della scala cromatica. Il bianco è la somma dei colori (li contiene tutti), trasporta l’errore (colori non considerati). Stocasticità dell’opera.