La mia visione dell’arte risulta essere un momento che mi sta veramente a cuore, che voglio trasportare in queste poche righe per condividere la multivariarte. Questa riflessione, dipende in modo significativo dalle mie esperienze di vita e da studi di approccio prettamente scientifico incrociati con studi umanistici. Tutta la matassa che voglio proporvi è una forza accattivante che mi porta con il corpo, la mente e l’anima a realizzare un pensiero, tenendo conto di elementi che fanno tesoro di individui e menti pensanti vissute, e hanno scritto e svolto la storia dell’arte moderna. Non bisogna inoltre sottovalutare che nella nostra epoca si sviluppano scienze autonome che realizzano approcci innovativi impensabili rispetto a pochi anni fa, che diventano in parte un aspetto metaforico della  riflessione. Questo momento culturale artistico prende forma, semplicemente inglobando alcuni pensieri, riflessioni, esperienze e storie di movimenti artistici esistiti più recenti a noi osservando con sguardo innocente alla evoluzione scientifica dei nostri tempi, trovando una linea di osservazione tra arte e scienza, che probabilmente soddisfa la parte di approccio scientifico che è in me. C’è da sottolineare che la storia dell’arte ha svolto il suo percorso naturale stimolata dal suo contesto morfologico, geografico, politico, sociale, economico, religioso, culturale, intuitivo (artista, mercato) in ogni tempo. Vasilij Kandinskij scrisse “ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei suoi sentimenti”, ma non voglio certamente dilungarmi su questo, poiché ci sono molti scritti che approfondiscono l’arte dalle origini ad oggi, voglio solo dire che viviamo la nostra epoca, molto più evoluta e che l’arte contemporanea in evoluzione, deve sforzarsi di mettere in evidenza, considerando anche in modo primario e fondamentale, come fonte basilare l’arte che ha scritto la storia dell’arte. Oggi percepisco, tenendo conto dei fattori del macro e del micro cosmo artistico e scientifico, di vivere in un’epoca basata non solo sulle cose materiali e immateriali, ma sulla frenesia, sulla rapidità, sulla transizione. E’ l’epoca oramai basata, sempre di più, su una realtà che sfugge che porta l’uomo e l’umanità occidentale a vivere in modo illusorio la propria vita in relazione alle vite altrui: si percepisce veramente il senso del latente, il non toccabile, l’invisibile, il virtuale e il multimediale. Le cose che crediamo più banali, oggi, influenzano profondamente ognuno di noi, e inconsapevolmente ci portano ad avere un comportamento spontaneo non esclusivo o originale, ma comune indotto dal sistema vissuto. Una miriade di persone al tempo d’oggi svolge in modo automatico gesti, comportamenti e operazioni non sapendo o non chiedendosi neanche il perché. Gli individui vengono influenzati da meccanismi, momenti e variabili dirette e indirette durante le attività giornaliere, profondamente anche dal mondo virtuale, da Internet, dal Web, dal multimediale, immersi nel sistema societario, correlato da una moltitudine di fattori. In tutta la nostra giornata eterogenea nella durata, ma quasi omogenea nel vissuto, convergono componenti diversi tra di loro, che definiscono la multidimensionalità. La multivariarte artistica, vuole mettere in evidenza anche, in parte, questi fattori virtuali astratti che influenzano l’uomo o i sistemi inventati dall’uomo, fattori invisibili, non palpabili, ma che si sentono, che toccano la nostra esistenza. Se riflettiamo e valutiamo le variabili che non hanno durevolezza, che ci colpiscono in modo profondo, e se evidenziamo soprattutto le relazioni che intercorrono tra l’uomo e la società, tra l’uomo e nell’uomo, tra l’uomo e l’universo interiore e tra l’uomo e l’universo, di cui siamo parte integrante e inscindibile, stiamo solo evidenziando quello che vuole essere la multivariarte. L’intuizione è rendere il non reale, percepito nelle sue diverse relazioni e dimensioni, reale, incrociato con il tridimensionalismo visibile e il multidimensionalismo vissuto dall’uomo tramite l’arte, lavorando e realizzando un’opera d’arte su un supporto basato su un piano (bidimensionalismo) e su un supporto basato su un piano estroflesso (tridimensionalismo). Bisogna, inoltre, distinguere il bidimensionale che è il campo, rispetto al tridimensionale che è lo spazio e rispetto al multidimensionale, che è in parte non rappresentabile. La forma che si vuole rappresentare è circondata da una forza che parte dal mondo, che qualifichiamo realtà e viene percepita come sensi, sviluppati dalla nostra coscienza e trasportati su una superficie. La forma che prende vita nel bidimensionale è

immobile, ma che risulta avere una sua vita e una sua anima data dal suo artefice. Queste forme vivono in uno spazio e senza le forme lo spazio non vivrebbe e viceversa, e non esisterebbero le forme e lo spazio senza il multi-spazio. La nostra vita che è in relazione alle forme e allo spazio fa diventare vive le forme e lo spazio che lo anima. Infatti, non possiamo dire che lo spazio tridimensionale rappresentato sia lo stesso di quello vissuto, tra questi due spazi, quello reale ed illusorio, vi sono chiaramente molte similitudini e anche molte differenze, in effetti sono tutti e due realtà, ma anche finzioni. Ricordiamoci che non viviamo il puro adimensionalismo, il deterministico, ma viviamo l’incertezza della vita, il non deterministico, dove esistono variabili, che formano e dirigono la tendenza della nostra giornata, i nostri sentimenti, la società e qualsiasi fenomeno nel mondo e nell’universo, che meritano di essere osservate e donate tramite la rappresentazione artistica.

“quante volte programmiamo una giornata è non va mai come programmata?”

Dietro le linee, i poligoni, i colori e materiali utilizzati, desidero portare avanti una considerazione e applicazione di un pensiero, che nel bidimensionalismo e nel tridimensionalismo (estroflessione) si avvicina in modo approssimativo al superamento della non rappresentatività di più dimensioni della nostra realtà, della nostra vita vissuta (l’uomo) in relazione alla nostra epoca. Voglio rappresentare fattori, componenti, eventi, variabili, che danno forma a diverse dimensioni vissute di ogni individuo, che vive la sua esistenza incrociata con il sistema artificiale inventato dall’uomo o il sistema inventato dalla natura, il tutto in evoluzione o in devoluzione, per entrare a far parte dell’intima essenza della verità delle diverse dimensioni in modo estetico, imitando la vita tramite l’arte. Un passo importante e inconsueto è che si realizzano opere che superano la loro limitatezza bidimensionale e tridimensionale mantenendo sempre la piacevolezza della manualità. Considerando l’arte del futuro del III millennio, come la video arte (immagine bidimensionale che si dilata nel tempo), l’arte digitale, i net artisti (collettività aperta all’altro tramite internet) che vogliono trovare un connubio tra arte, scienza, tecnologia e pubblico; voglio mantenere, anche, la manualità della realizzazione dell’opera. Nam June Paik disse nel 1965:  “Come la tecnica del collage ha rimpiazzato la pittura a olio, allo stesso modo il tubo a raggi catodici rimpiazzerà la tela, un giorno gli artisti lavoreranno con i condensatori, le resistenze i semiconduttori come oggi lavorano con i pennelli, i violini e i materiali vari”. Personalmente seguo e rispetto queste forme espressive artistiche (che grazie al dadaismo e fluxus hanno aperto strade alle attuali sperimentazioni tecnologiche), ci sono artisti che si sforzano e riescono a far diventare una cosa sola la sperimentazione artistica e la ricerca tecnico-scientifica. Quando dico che nella limitatezza del supporto bidimensionale e tridimensionale si va oltre il supporto, intendo dire che la multivariarte trova un punto di incontro anche con la scienza, osservando il mondo di oggi e l’arte del passato, mettendole in relazione. Immagino l’artista intermediario tra la multivariarte e l’individuo spettatore, un artista che si impadronisce, tramite l’osservazione diretta di un metodo artistico e di una riflessione da rappresentare, unendo l’esperienza della propria soggettività all’oggettività delle cose, rinvenendo gli elementi contrari della visione e tramandando un messaggio che personifica l’interiorità dell’uomo influenzata da fattori esterni invisibili nel tempo che passa. Rendere reale ciò che non è reale, l’individuazione delle cose e l’analisi dei movimenti della coscienza. L’artista indaga e svolge una funzione di investigatore. Immagino un artista che guarda anche il prossimo come fonte di idee e di informazioni artistiche, che mette in relazione l’osservazione e la comunicazione, imitando la vita tramite l’arte, per comprendere alcuni aspetti e caratteristiche della nostra realtà, per definire lo stile del tempo. Un’estetica della modernità basata su quella della società globalizzata, dei muri, di Internet e della leggenda. Una estetica che si esprime con la manualità dell’opera d’arte, che trasforma l’artista in un indagatore e l’opera nella sintesi delle diverse dimensioni multiple tra spazio e tempo vissuto in relazione alla nostra vita.